Quando un sogno diventa orizzonte

20250907 Popaiz 2Chi avrebbe mai immaginato che un’idea nata all’interno di una piccola società potesse arrivare così lontano? Eppure è successo: un progetto coltivato con pazienza, passione e ostinazione si è trovato a vivere la sua prova più grande in un palcoscenico internazionale, preludio delle Olimpiadi, come i World Games appena conclusi in Cina.

Per la prima volta nella storia, le discipline paralimpiche sono state inserite nello stesso programma di quelle olimpiche. Non un dettaglio, ma un segno potente: lo sport abbatte i muri, unisce i percorsi, ci mette davanti ai nostri limiti e ci insegna a superarli. Lo sport è cadere, rialzarsi, imparare di nuovo a credere in sé stessi.

Vedere gli atleti in gara è stata un’esperienza che ha cambiato prospettiva: lì, davanti a occhi increduli e cuori in apnea, il corpo umano si è mostrato per quello che è davvero, un compagno di viaggio straordinario, capace di esprimere energie e possibilità infinite. Ogni gesto, ogni respiro, ogni sforzo studiato fino al dettaglio per dare il massimo.

Tra le oltre 30 discipline in gara e le 135 nazioni partecipanti, una ha brillato con un significato speciale: il nuoto pinnato exl'apnea con la sua nuova declinazione paralimpica. Un percorso nato quasi in sordina, cresciuto passo dopo passo, accolto da tanti che hanno creduto in questo progetto fino a renderlo concreto. E il risultato parla da sé: sei medaglie conquistate, sei storie di determinazione, sei sorrisi che hanno commosso e acceso la speranza.

Essere parte di questa avventura, come allenatore, dirigente e referente nazionale, ha ridato forza a una convinzione profonda: i sogni, se coltivati con costanza, possono diventare realtà. Le lacrime agli occhi degli atleti durante la premiazione erano la prova più autentica: non solo per la medaglia ricevuta, ma per il riconoscimento di un cammino fatto di sacrificio e fiducia.

Oggi, guardando a questi traguardi, l’immaginazione corre già verso nuovi orizzonti: nuove sfide da affrontare, nuove discipline da sostenere affinché trovino il loro spazio nei circuiti nazionali e internazionali. Perché ogni progetto merita la possibilità di germogliare e portare frutti.

E il pensiero non può che tornare alle origini: a quella piccola società che, con umiltà e coraggio, ha saputo accendere la scintilla. Dai campionati regionali a quelli nazionali, fino ai mondiali, la strada tracciata è chiara: lo sport è futuro, inclusione e vita condivisa.

Buon sport a tutti!

(Nella foto: Katia Aere e Massimiliano Popaiz, autore dell'articolo)